martedì 2 novembre 2010

SANTUARIO DELLA MADONNA DEL FRASSINO

La Storia dell'apparizione

Peschiera forte cittadella del Veneto antico dominio, sorge alle rive del limpido Benaco, in quel sito appunto dove il Mincio, la sua origine traendo, con l'acque chiare e scorrevoli, Peschiera leggiadramente in due parti divide”. Così lo scrittore Carlo Monti dipinge la città di Peschiera del Garda.
La posizione della città ha rappresentato, già dal tempo dei romani, un crocevia strategico che dal Veneto conduce verso la Lombardia, e quando scoppiavano le guerre era luogo conteso e quindi di battaglia.
Nell'anno 1508 Austria, Francia e Spagna segretamente si allearono per assalire la Serenissima Repubblica di Venezia, alleanza “prodotta da mera invidia per la di lei prosperità” (Giulio Dal Pozzo). Nel 1509 le truppe francesi comandate dal re Luigi XII arrivarono a Peschiera, ultimo baluardo della Serenissima. I difensori resistono all'assalto dei francesi, ma l'eroismo cede alla potenza degli assalitori, e questi massacrarono l'intera guarnigione fino all'ultimo uomo. A queste stragi si aggiunsero la peste provocata dalla miseria e dalla putrefazione dei cadaveri, ed un furioso terremoto, tanto che l'allora notaio di Peschiera, Pasqualino Cordigero, scriveva: “E' più facile che si possano contare le gocce del mare, che non i mali portati dalla guerra che lungamente afflissero Peschiera”.

11 Maggio 1510

"Su questo paesaggio desolato, poderi devastati, casolari bruciati, boscaglia aggressiva che ricopre ogni giorno di più le fertili terre, sopravissuti stremati…" La Madonna, Consolatrice degli Afflitti ‘risponde alle invocazioni e al pianto dei nostri antichi padri ed è venuta a portare la gioia e la pace'.
Ecco quanto scrive P. Bartolomeo Spiciani da Monzambano: “allì 11 di maggio dell'anno 1510 mentre un contadino stava in campagna nella contrada della Pigna ad acconciar le viti, scorgendo quivi poco lontano uno spaventoso serpe, restò per timore, come privo di sensi. Onde alzando gli occhi al cielo, ed alla Vergine Santissima sua Avvocata, raccomandandosi vidde quivi fra le verdeggianti fronde di un Frassine la di lei figura; avanti la quale genuflesso, scacciato ogni timore, anzi pieno di gran consolazione rese le dovute grazie, si levò in piedi, e fatto ardito, ed accostatosi al Frassine, stese la mano, la levò di quivi, e tutto giubilante, se la portò a casa, e fattala vedere ai suoi domestici, la pose sotto chiave in una cassa, volendo egli solo essere il custode del acquistato Tesoro”. Ma la piccola statua della Madonna ritornò sulla pianta del frassino.
L'immagine della Madonna viene portata nella Chiesa della Disciplina per essere custodita, ma ancora ritorna sulla pianta del Frassino, e da qui, come un grande fiume, continua a diffondere il suo amore di Madre.

Tre sono gli aspetti caratteristici dell'Apparizione.

«Non so se l'avete notato, é una Madonna silenziosa, non ha detto una parola sola. Lei tace: l'umiltà del suo silenzio. Poi avete notato che quasi quasi voi ed io siamo presi da un certo stupore, perché cerchiamo un'immagine della Madonna e ci troviamo dinanzi ad una piccola statua, ma così piccola: è l'umiltà della sua piccolezza, di Lei che sempre amò chiamarsi Piccola. E poi ancora questo strano fatto: l'immagine scompare e si trova là soltanto dove è apparsa la prima volta: l'umiltà di essere nelle mani di Dio che la colloca là dove Egli vuole.. . Maria nel suo silenzio, ci rimanda alla parola della Scrittura santa e ci rimanda al Figlio suo che ha parlato sì con le labbra,  ma che ha parlato ancora più eloquentemente donando se stesso sulla croce...
Anche tu non cercare mai di essere grande, rimani piccolo, resta così. Il Signore poi ti farà crescere, sarà il suo amore che ti farà grande, sarà il suo amore che ti darà prestigio, perché sei suo figlio. Ma non dimenticare che devi essere piccolo» 
(da un'omelia di Mons. Eugenio Ravignani, attuale Vescovo di Trieste, tenuta l'11-5-1990).

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