lunedì 1 novembre 2010

MENO SALE MENO INFARTI



Se la popolazione occidentale di colpo dimezzasse la quantità di sale usato ogni giorno, verrebbero prevenuti ogni anno circa 92.000 decessi, 99.000 infarti e 66.000 ictus. Sono questi i dati che emergono da una ricerca pubblicata sulla rivista New England Journal of Medicine.
Un beneficio comparabile a quello ottenuto abbattendo il vizio del fumo, i livelli di colesterolo e il peso corporeo, ha sottolineato l'autore dello studio Kirsten Bibbins-Domingo della Università della California, a San Francisco. Tutto ciò, diminuendo le dosi di sale di un totale di 3 grammi al giorno, ovvero mezzo cucchiaino in meno.
Ma il problema non sta solo nel diminuire il condimento in tavola. Secondo i ricercatori, il sale utilizzato in tavola è pari al 6% di quello consumato durante il giorno, mentre quello usato per cucinare contribuisce al 5% della dose giornaliera. Il rimanente 77% del sale assunto durante il giorno deriva, invece, dagli alimenti trattati che riempiono la nostra tavola come il pane salato, le carni lavorate, gli insaccati, i formaggi e persino i cereali che inzuppiamo nel latte. Ed è probabilmente in questo ambito che si dovrebbe intervenire.
“Nel Regno Unito, una riduzione del 10% di sale nella dieta è stata realizzata in quattro anni, senza comportare nessuna riduzione nella vendita dei prodotti e nessuna protesta da parte dei consumatori per via del gusto differente”, sostiene Kirsten Bibbins-Domingo. Abbattere la quantità di sale nei cibi, infatti, sembra essere una mera questione di abitudine a cui il palato si adatta nel giro di poche settimane. Dopodiché i benefici cominciano fin da subito per l'intero organismo, specialmente per il cuore e il sistema circolatorio.

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