sabato 4 giugno 2011

LA VARICELLA

LA  VARICELLA
 
La varicella è una malattia infettiva causata da un virus del gruppo degli Herpes, lo stesso che può causare, dopo la varicella, lo Zoster (fuoco di Sant'Antonio).

Ha un periodo di incubazione variabile da 14 a 21 giorni dal contatto.

Il paziente ammalato è contagioso da 2 giorni prima a 6 giorni dopo la comparsa delle vescicole.
La malattia esordisce con la comparsa di vescicole soprattutto al viso, al capo e sul tronco, che rapidamente potranno estendersi su qualsiasi parte del corpo. Le vescicole sono caratterizzate dalla presenza di liquido sieroso.

Il bambino generalmente supera bene la malattia che decorre senza disturbi particolari, tranne il prurito causato dalle vescicole e qualche volta un po' di febbre nei primi giorni.

Prima di intraprendere qualunque terapia sarà opportuno sentire il parere del proprio medico.
Un antistaminico potrà essere utile per ridurre il prurito ed evitare che il bambino grattandosi rompa le vescicole lasciando così la cicatrice.

In caso di febbre somministrare solo paracetamolo ed evitare antinfiammatori e soprattutto l'aspirina.

Lavare il bambino in modo da tenere la pelle pulita ed asciugarlo con delicatezza cospargendo la pelle, dopo il bagno, con del "talco mentolato".

Generalmente, non è necessario somministrare il farmaco antivirale se si tratta di un bambino sano senza problemi immunologici (vedi recente lavoro italiano). Ai fratelli che prenderanno da lui la varicella in casa e a tutte le persone sopra i 12 anni, invece, è consigliabile iniziare subito la terapia con l' Aciclovir entro 24 ore dall'inizio dell'esantema, ma per questo sentite il parere del vostro medico. Nei casi secondari intrafamiliari, infatti, e negli adulti sopra i 12 anni, la malattia si manifesta in "forma più violenta".

Quando le vescicole saranno tutte crostificate la malattia sarà finita (in media circa 7-10 giorni) e il bambino, non essendo più infettante, potrà rientrare in comunità, anche con le croste. In alcuni casi, la malattia si presenta con poche vescicole che nel giro di pochi giorni crostificano. In questo caso bisognerà attendere comunque 7 giorni dall'esordio della malattia, perchè si è comunque infettanti. 
La riammissione in comunità avverrà attraverso un "certificato di riammissione scolastico" del pediatra o medico curante.
La malattia è soggetta a denuncia obbligatoria.
In età pediatrica, la varicella è una malattia relativamente benigna; la frequenza di complicanze stimata da uno studio italiano condotto negli anni ’90 è infatti pari al 3,5%, mentre quella dei ricoveri è dello 0,9%. Vi sono, inoltre, studi internazionali che mostrano nei bambini una frequenza di complicanze severe e di decessi rispettivamente di 8 e 2 casi ogni 100.000 malati (pari cioè allo 0,008% e 0,002%). La gravità della malattia aumenta invece con l’età, e negli adulti la frequenza di complicanze, ricoveri e decessi è stimata essere rispettivamente 7, 9 e 25 volte superiore rispetto ai bambini. Inoltre, la varicella può avere un decorso particolarmente grave nelle persone immunodepresse di qualsiasi età.
Dal 1995 è disponibile un vaccino, costituito da virus vivo attenuato, che alcuni Paesi, tra cui gli Usa, raccomandano per tutti i bambini nel secondo anno di vita. L’efficacia della vaccinazione è stata stimata essere del 95% nella prevenzione delle forme moderate o gravi; del 70-85% nella prevenzione delle forme lievi. Il vaccino è sicuro e ben tollerato e la protezione sembra essere di lunga durata. La vaccinazione va effettuata con una sola dose ai bambini tra 12 mesi e 12 anni, e con due dosi in chi ha più di 12 anni. Il vaccino è controindicato per gli individui immunodepressi, mentre è consigliato nei bambini più grandi, negli adolescenti e negli adulti che non abbiano ancora contratto la malattia. È consigliato soprattutto per le persone che per motivi professionali hanno un maggior rischio di acquisire l’infezione (come il personale scolastico) o trasmetterla a persone ad alto rischio di complicanze gravi (come gli operatori sanitari). Inoltre, la vaccinazione è particolarmente indicata anche per le donne in età fertile che non hanno già avuto la malattia, per evitare un’eventuale infezione in gravidanza e i conseguenti danni al bambino.

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